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CRUDISMO: a cosa prestare attenzione


Cosa spinge molte persone ad avvicinarsi ad uno stile alimentare vegano-crudista?

Le motivazioni possono essere svariate, a partire dal rispetto per la vita degli animali e dalla convinzione che iI crudismo è biologicamente più adatto alla nostra struttura corporea.

Dal punto di vista anatomico, il nostro corpo e soprattutto il nostro intestino sono molto simili a quelli dei nostri cugini primati, che si nutrono appunto di frutta e verdura cruda, mentre i classici onnivori come orsi, maiali e topi, e i carnivori, come tigri e leoni, possiedono un intestino corto e possenti mascelle per la masticazione

Tuttavia, per chi sceglie di avvicinarsi a questo tipo di alimentazione, il percorso deve essere necessariamente lento e graduale.

Occorre prestare molta attenzione a non commettere facili errori , come non farsi assolutamente prendere dall’entusiasmo iniziale introducendo da un giorno all’altro enormi quantitativi di frutta e verdura: questo rischia di innescare processi fermentativi, causati dal loro entrare in contatto con i vecchi residui.

Non pensiamo che l’equazione crudo=salutare sia veritiera: è imperativo evitare di consumare grandi quantità ad esempio di grassi come semi, noci, avocado, noci di cocco, che vanno si inclusi, ma la priorità deve essere sempre data a frutta e verdura.

Un altro errore è quello di non rispettare le giuste associazioni: la frutta va consumata necessariamente da sola e il modo più corretto per digerire e assorbire i nutrienti è quello di seguire un regime dissociato, quindi stare attenti a non mescolare carboidrati e proteine.

Non si può paragonare la quantità di energia data dal cibo crudo basandoci sulle calorie: molto spesso i cibi cotti e confezionati vengono ritenuti più nutrienti e ricchi di energia, ma sono in realtà cibi “ morti” . L’assunzione anche in quantità minori, ma di cibi “ vivi”, può apportare una quantità e qualità di energia decisamente superiore.

Possono insorgere effetti disintossicanti iniziali: un’eccessiva magrezza iniziale, pesantezza, mal di testa dovuti al percorso di disintossicazione dalle nostre vecchie abitudini alimentari.

Per concludere, un altro errore nell’affrontare questa scelta, può essere l’eccessiva rigidità mentale. Teniamo conto che disintossicarsi dalla dipendenza dal cibo cotto è difficile, perciò può capitare che il nostro organismo richieda di fare un passo indietro, di rallentare il processo di cambiamento: è importantissimo ascoltare ed assecondare la saggezza del nostro corpo per cui ogni persona necessita dei suoi tempi per arrivare all’equilibrio


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